L’ALTRO LATO DEL GHOSTING

La mancanza è la presenza più forte che si possa sentire

Inizio a parlare di amore focalizzandomi sull’analisi di un fenomeno molto diffuso nel mondo digitale: il ghosting, una pratica crudele utilizzata per troncare una relazione.

Il ghosting è ciò che accade quando una persona termina un rapporto senza comunicare all’altro le proprie intenzioni e i motivi della rottura: scompare nel nulla, diventa come un fantasma (un “ghost”, da cui deriva il nome “ghosting”). Improvvisamente interrompe qualsiasi contatto, si rende  irreperibile: cancella il proprio profilo dai social, blocca o toglie l’altro dalle proprie amicizie, non risponde più alle sue telefonate, ai suoi messaggi, alle sue e-mail.

Il ghoster (colui che fa ghosting), come un vero illusionista, si smaterializza e magicamente fa svanire nel nulla la relazione e le proprie responsabilità. In questo modo, evita le reazioni imprevedibili dell’altro e le emozioni negative che vivrebbe di riflesso. Non vuole sentirsi giudicato colpevole del dolore e della rabbia che provoca; scomparendo le elimina dalla propria percezione. Vuole creare una distanza di sicurezza per se stesso, incurante degli stati d’animo che induce nel partner. Quando la relazione è in essere da poco tempo si sente addirittura giustificato a chiudere la storia senza dare spiegazioni. Tipicamente questo accade nei social network e nelle dating app dove è possibile chattare con più persone contemporaneamente e dove rapidamente un rapporto può diventare insignificante.

Il ghosting èuna facile via d’uscita anche per chi è solito usare false identità virtuali: per timidezza, per insicurezza, per senso di inadeguatezza fisica oppure perché la persona ha già un rapporto stabile o addirittura una famiglia e internet è solo un’occasione di svago e leggerezza. Quando  l’altro con cui è in contatto inizia a porre delle richieste per far evolvere il rapporto in un qualcosa di più concreto, non potendosi mostrare per chi è veramente, scompare.

Altrettanto crudelmente agisce il ghoster affetto da una grave patologia narcisistica che intenzionalmente vuole far soffrire l’altro, infliggergli una dolorosa punizione. Spesso questa violenza psicologica accade in quell’incastro perfetto che crea con un partner che soffre di dipendenza affettiva. Con il ghosting, si appropria di un grande potere: conoscendo la sua vittima, sa, che, rendendosi invisibile, sarà ancora più desiderato e dunque amato, nonostante la rottura.

Più frequentemente, il ghoster è meno consapevole di se stesso. Pur potendo vivere liberamente una storia d’amore ad un certo punto sente l’urgenza improvvisa di troncare un rapporto, perché non riesce a sostenere una vera vicinanza emotiva, in cui esprimere i propri bisogni e accogliere quelli dell’altro. Inconsapevolmente, soffre di filofobia: un’incapacità di amare probabilmente appresa in famiglia, quando era piccolo. Durante l’infanzia, può aver sviluppato uno stile di attaccamento disfunzionale che lo porta a ritenere salvifico scappare da una relazione anche quando è positiva. Può aver avuto un genitore che senza fornire motivazioni, e’ stato poco presente o lo e’ stato in maniera inconstante e l’ha fatto sentire solo, poco considerato, rifiutato o abbandonato. Per esempio prometteva di esserci e poi non si presentava al saggio di fine anno, alla partita di calcetto, alla festa di compleanno. Il ghoster lascia per non essere lasciato, criticato, tradito, manipolato come purtroppo gli e’ già capitato quando era bambino. Il partner diventa il capro espiatorio di un dolore che si porta dentro da molto tempo e che spesso nemmeno sa di avere.

In generale si può affermare che il ghosting e’ un comportamento che mette in luce la compresenza di alcune problematiche psicologiche tra: scarsa empatia, immaturità, egocentrismo, insicurezza, difficoltà comunicative. Questi sono aspetti caratteristici di chi possiede tratti patologici o un vero e proprio disturbo di personalità (tipicamente evitante, narcisistico o borderline), aspetti che necessiterebbero di un lavoro psicoterapeutico. Con la speranza che “il fuggitivo” non ghosterizzi anche lo psicologo quando la relazione terapeutica entra nel vivo.

Dopo la fine della relazione, il ghoster continua la sua vita senza voltarsi indietro. La vittima di ghosting si trova invece catapultata in un labirinto di sofferenza e non senso. Viene invasa da una carica di emozioni negative che si mescolano tra loro: disorientamento, tristezza, angoscia, rabbia, impotenza, ansia, senso di abbandono e di vuoto.

Il malessere che percepisce ricade anche sul corpo: la vittima può sperimentare sensazioni spiacevoli, somatizzazioni, insonnia o disturbi dell’appetito. Sensazioni che si aggiungono al suo sentirsi destabilizzata, sofferente, sola e fragile.

L’essere passata dal pieno di una relazione (fatta di presenza, connessioni emotive, aspettative positive per il futuro), al silenzio assoluto che segue la scomparsa del partner e’ fonte di un intenso stress emotivo, che può degenerare in sintomi depressivi e ansiosi.

La sua mente si riempie di rimuginazioni, di ricordi, di ipotesi, di autocolpevolizzazioni. Chi subisce il ghosting si chiede continuamente tra sé e sé: “Perché è scomparso? Cosa gli è successo? In che cosa ho sbagliato?”.

Per trovare un senso all’accaduto, inizia una ricerca del ghoster in tutti i modi che sono possibili, spesso connettendosi a lungo, sperando di poterlo contattare. Ma ogni tentativo è vano e frustrante.

Fatalmente la vittima si pensa inadeguata, “difettata”, non abbastanza amabile e la sua autostima crolla. Inizia a dubitare del proprio valore, delle proprie capacità, tra cui quella di non aver saputo valutare l’altro per quello che era in realtà e di non aver avuto motivi abbastanza convincenti per tenerlo vicino. Prova un forte senso di fallimento e sconfitta personale. Il ghoster l’ha tagliata fuori dalla sua vita senza un perché, le ha mancato di rispetto, l’ha usata per scopi che non riesce a capire. Il mondo, certo e felice fino a un attimo prima, si trasforma per lei in un posto minaccioso e oscuro perché ha perso la fiducia nell’altro, quale altro da se’.

Il ghosting dimostra che il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza: non poter dare un senso alla propria sofferenza, impedisce di elaborare la perdita che segue una separazione e guardare al futuro con speranza. Spesso la vittima deve riempire da sola quel pezzo mancante, operazione non sempre facile da fare senza l’aiuto di uno psicologo, soprattutto nel caso in cui soffra di dipendenza affettiva.

Se avete ghosterizzato qualcuno o siete stati vittima di ghosting e avete voglia di condividere con noi le vostre esperienze o riflessioni in merito a questo articolo, contattateci al 3355334721 oppure scriveteci una mail a uno di questi indirizzi: maggioli.roberta72@gmail.com oppure maggiolir@libero.it

Dottoressa Roberta Maggioli

Non sono io, sei tu: schemi del se e del partner, depressione e qualità della relazione

La depressione è associata con molte difficoltà interpersonali ed in particolare all’interno delle relazioni intime. Sono molti gli studi e le conoscenze che abbiamo su come la depressione va ad agire negativamente sulla rappresentazione che la persona ha di sé stessa e di come questa rappresentazione può portare comportamenti interpersonali disadattivi. Nonostante questo, nessuno mai ha studiato come la depressione possa creare anche una rappresentazione del partner, oltre alla propria, negativa e questo rappresenta un fattorie di rischio per il distress relazionale. In uno studio su 291 studenti universitari di JL. Wilde e D. Dozois, della “University of Western Ontario”, è stata dimostrata l’ipotesi che nella depressione la rappresentazione del partner è speculare alla rappresentazione del sé (condivide simili informazioni negative). I risultati hanno anche mostrato come la rappresentazione del partner è associata con la qualità della relazione. Questi risultati hanno implicazioni importanti per capire il collegamento tra fattori cognitivi di rischio, relazioni disfunzionali, e sintomi depressivi.

FONTE ORIGINALE https://www.researchgate.net/publication/325910890_It’s_Not_Me_It’s_You_Self-_and_Partner-Schemas_Depressive_Symptoms_and_Relationship_Quality

Sintesi e traduzione della ricerca a cura del Dottor Leandro Cavaliere, laureato in Neuroscienze presso l’Università degli Studi di Padova. Per info e contatti leandro.cavaliere1@gmail.com tel-3341652502

GLI EFFETTI NEURALI DELL’INNAMORAMENTO E DELL’AMORE

Molte ricerche sono state fatte riguardo l’innamoramento e su come questo fenomeno esplode. Secondo studi recenti questo processo impiegherebbe dai 90 secondo ai 4 minuti, innescando numerose azioni involontario come la dilatazione delle pupille. Attraverso questo meccanismo il nostro partner diventa per il nostro cervello una sorta di droga, quindi la sua presenza rilascia, a livello neurochimico, scostante che ci fanno stare bene come Dopamina, Noradrenalina, Feniletilamina e successivamente Ossitocina. Tuttavia questa fase di innamoramento è destinata a finire, in media dura 12-18 mesi, e le sostanze dette precedentemente non vengono più prodotte.

Proprio per queste ragioni una recente ricerca dei professori Richard Schwartz e Jacqueline Olds, dell’Harvard Medical School (HMS), ha indagato quali siano gli elementi che portano ad una maggiore stabilità di coppia, anche dopo aver superato la fase di innamoramento. I due professori hanno dimostrato che le coppie più solide sono quelle che non basano le proprie scelte del partner sulla valanga emotiva iniziale, bensì su una serena frequentazione. Inoltre è stato evidenziato che dopo la fase di innamoramento queste coppie continuano ad essere legate grazie alla produzione di endorfine: proteine prodotte dal cervello che hanno un effetto calmante.

FONTE ORIGINALE https://neuro.hms.harvard.edu/harvard-mahoney-neuroscience-institute/brain-newsletter/and-brain/love-and-brain?fbclid=IwAR2qAJw3AXwxsN5rrLeWkxYfqMfHaR9LXIU3tCHinmpNCN_zKdwerJIfStQ

Sintesi e traduzione della ricerca a cura del Dottor Leandro Cavaliere, laureato in Neuroscienze presso l’Università degli Studi di Padova. Per info e contatti leandro.cavaliere1@gmail.com tel-3341652502

LE BASI NEURALI DELL’AMORE ROMANTICO

I correlati neurali di molti stati emozionali sono stati precedentemente studiati, anche grazie all’uso dell’ fMRI. Nonostante questo, nessuno aveva mai studiato il substrato neurale di uno dei più travolgenti degli stati affettivi, l’amore romantico. Bartels A. e Zeki S., del dipartimento di neurologia cognitiva, university college london, hanno studiato per la prima volta questo tipo di sensazione. È stata misurata l’attività cerebrale, mediante fMRI, in 17 soggetti che erano profondamente innamorati mentre vedevano immagini del proprio partner, comparata con l’attività prodotta vedendo immagini di tre amici di simile età, sesso e durata dell’amicizia/fidanzamento. È stata osservata attivazione bilaterale nell’insula mediale, nella corteccia cingolata anteriore e, a livello sottocorticale, nel nucleo caudato e putamen. Deattivazioni sono state osservate bilateralmente nel giro cingolato posteriore e nell’amigdala, e nella corteccia prefrontale, parietale e medio temporale dell’emisfero destro. La combinazione di queste zone differisce da quelle studiate precedentemente, suggerendo che esiste un network di attivazioni unico per l’amore romantico. Questo ci fa ipotizzare che il principio della specializzazione funzionale nel cervello si applica anche agli stati affettivi. Per quanto riguarda il significato delle aree attive vanno condotti maggiori studi per capire meglio come vanno ad agire tra di loro, anche se comunque tutte le aree cerebrali attive fanno parte di un circuito che comprende attivazioni emozionali.

Infine, molto interessante è come le attivazioni ed in particolari le deattivazioni osservate in questo studio sono localizzate in aree molto vicine al circuito dopaminergico attivo per esempio durante l’assunzione di dopamina e prettamente collegato allo stato euforico. Questo suggerisce un potenziale collegamento, a livello cerebrale, tra l’amore romantico e lo stato euforico.

FONTE ORIGINALE https://faculty.uca.edu/rnovy/neural%20basis%20of%20love.htm

Sintesi e traduzione della ricerca a cura del Dottor Leandro Cavaliere, laureato in Neuroscienze presso l’Università degli Studi di Padova. Per info e contatti leandro.cavaliere1@gmail.com tel-3341652502

Dottor Leandro Cavaliere

Laureato nel 2015 nel corso di laurea triennale in “Scienze e Tecniche Psicologiche”, presso la seconda università di Napoli.

Successivamente mi sono iscritto al corso di laurea magistrale in “Neuroscienze e Riabilitazione Neuropsicologica”, presso l’Università degli studi di Padova, dove ho conseguito la laurea nell’Aprile del 2019, con votazione di 110L/110.  Per il mio lavoro di tesi ho eseguito uno studio dal titolo “Umbrella review sui fattori di rischio di disturbi correlati all’abuso di sostanze”.

Durante gli studi universitari, ho avuto la possibilità di intraprendere un tirocinio presso l’università di Bruxelles (Université libre de Bruxelles) sotto la supervisione del professore Wim Gevers, con il quale ho svolto una ricerca sull’interocezione.

Grazie a questa esperienza e alla frequenza dei laboratori presso l’università di Padova, ho acquisito una buona padronanza di tecniche di neuroimaging (elettroencefalogramma e risonanza magnetica funzionale), di software per l’analisi statistica (SPSS) e di linguaggi di programmazione (R, MatLab).

Nel Settembre del 2019 ho iniziato il mio tirocinio Post-lauream presso il 3° servizio psichiatrico della ULSS 16 Euganea, supervisionato dalla dott.ssa Federica Gentili.

Nel corso di questo tirocinio ho preso parte a valutazioni neuropsicologiche e cliniche tramite l’utilizzo dei principali strumenti testistici (e.g. CAARMS, Hamilton, SIBARS, M.I.N.I., MATRICS).

Dal 2020 sono Responsabile della Ricerca Scientifica e metodologica del Polo Nazionale e dei Centri-Studi sulla Psicologia dell’Amore e delle Relazioni in Costiera Amalfitana, Sicilia e Riviera Adriatica.

Per info e contatti scrivere a leandro.cavaliere1@gmail.com o chiamare al 3341652502

TERAPIA DI COPPIA IN COSTIERA AMALFITANA

LA COSTIERA ALMAFITANA E’ LA TERRAZZA DELL’AMORE

Quale miglior location per una terapia di coppia se non la Costiera Amalfitana, riconosciuta a livello internazionale come uno dei luoghi più romantici ? Potrebbe essere un setting terapeutico addizionale che potrebbe favorire un riavvicinamento della coppia, oltre all’indispensabile terapia.

Nel Centro-Studio del Dottor Roberto Cavaliere sulle problematiche di coppia, individuali e relazionali e tutto ciò che attinente al MALdAMORE sito a Marina di Vietri sul Mare (50 mt dal mare e dalla spiaggia) è possibile effettuare la terapia di coppia.  Vietri sul Mare è il primo comune della Costiera Amalfitana, a soli 3 km da Salerno (dove arriva anche l’alta velocità) ed a 50 km dall’aeroporto di Napoli, oltre ad avere un casello autostradale. Quindi facilmente raggiungibile in tutti i modi.

Il percorso di coppia può essere anche effettuato per migliorare la propria relazione di coppia e non solo per superare problematiche.

Si può scegliere tra due moduli di terapia di coppia

MODULO TERAPEUTICO DI 3 GIORNI (8 sessioni di coppia e individuali da 50 minuti ognuna)

1° GIORNO :

  • Una Sessione di coppia iniziale dove entrambi i componenti esporranno la problematica.
  • Due  Sessioni  individuali dove entrambi esporranno individualmente il proprio disagio nella coppia

Al termine del primo giorno verrà “assegnato” un esercizio da effettuare in coppia di fronte ai “Due Fratelli” due incantevoli scogli di fronte alla spiaggia a 100 mt dal Centro-Studio

2° GIORNO

Due Sessioni di coppia, con intervallo di mezz’ora tra l’una e l’altra, dove si discuterà tutti insieme delle dinamiche di coppia e si porranno in essere esercizi a tal scopo

Al termine del secondo giorno verrà “assegnato” un esercizio da effettuare in coppia  all’interno del giardino dell’incantevole Villa Guariglia (villa pubblica gratuita) a 1500 mt dal Centro-Studio

3° GIORNO

  • Due Sessioni individuali dove ci si confronterà individualmente col terapeuta su quello che è emerso nelle sessioni precedenti e da parte del terapeuta verrano restituiti spunti di riflessione ed indicazioni sul percorso da intraprendere da un punto di vista individuale nella coppia
  • Una Sessione finale di coppia che riassumerà il lavoro terapeutico effettuato con indicazioni sul come proseguire in futuro e nella quotidianeità

Costo totale euro 500

Ci sarà sempre la possibilità, li dove richiesto, di un successivo follow-up o di ulteriori sedute di coppia da effettuare o sempre a Vietri sul Mare o negli Studi di Milano, Roma e Napoli o tramite Skype o videochiamate

MODULO TERAPEUTICO DI UN SOLO GIORNO/MAX DUE  (4 sessioni di coppia ed individuali di 50 minuti ognuna)

  • Una Sessione di coppia iniziale dove entrambi i componenti esporranno la problematica di coppia.
  • Due Sessioni individuali dove entrambi esporranno individualmente il proprio disagio nella coppia
  • Una Sessione finale di coppia di confronto a tre con indicazioni sul come proseguire in futuro e nella quotidianeità

Al termine delle 4 sessioni verrà “assegnato” un esercizio da effettuare in coppia di fronte ai “Due Fratelli” due incantevoli scogli di fronte alla spiaggia a 100 mt dal Centro-Studio

In questo secondo modulo le sessioni totali sono 4 per un costo totale di 300 euro

Anche in questo caso ci sarà sempre la possibilità, li dove richiesto e/o necessario, di un successivo follow-up o di ulteriori sedute di coppia da effettuare o sempre a Vietri sul Mare o negli Studi di Milano, Roma e Napoli o tramite Skype o videochiamate

In entrambi i moduli, la coppia verrà omaggiata di un oggetto in pregevole ceramica vietrese e del libro di esercizi del dottor Cavaliere “Quando l’amore non basta più”

E’ sempre possibile concordare modalità diverse come tempi e sedute della propria terapia di coppia. Si può effettuare la terapia anche durante la settimana e le festività,  previo accordo.

Possibilià di alloggiare in casa-vacanze (bilocale) convenzionata a 150 euro per due notti e tre giorni o in altre strutture a proprio piacimento.

Possibilità di effettuare anche TERAPIA INDIVIDUALE SUL MALdAMORE IN COSTIERA AMALFITANA(clicca qui)

PER INFO E CONTATTI : tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

Dott. Roberto Cavaliere (clicca sul nome per curriculum professionale)

Psicologo, Psicoterapeuta  Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

PANORAMICA DI VIETRI SUL MARE

TERAPIA SUL MALdAMORE IN COSTIERA AMALFITANA

LA COSTIERA ALMAFITANA E’ LA TERRAZZA DELL’AMORE

Quale miglior location per una psicoterapia sul Mal D’Amore se non la Costiera Amalfitana, riconosciuta a livello internazionale come uno dei luoghi più romantici ? Potrebbe essere un setting terapeutico addizionale che potrebbe favorire la risoluzione delle proprie problematiche e dipendenze affettive e relazionali, oltre all’indispensabile terapia.

Nel Centro-Studio del Dottor Roberto Cavaliere sulle problematiche di coppia, individuali e relazionali e tutto ciò che  è attinente al MALdAMORE, sito a Marina di Vietri sul Mare (50 mt dal mare e dalla spiaggia), è possibile effettuare la psicoterapia individuale. Vietri sul Mare è il primo comune della Costiera Amalfitana, a soli 3 km da Salerno (dove arriva anche l’alta velocità) ed a 50 km dall’aeroporto di Napoli, oltre ad avere un casello autostradale. Quindi facilmente raggiungibile in tutti i modi.

Il percorso individuale può essere anche effettuato per migliorare le proprie relazioni e/o il modo di porsi nei loro confronti e non solo per superare disagi e problematiche.

Si può scegliere tra due moduli di psicoterapia individuale sul Mal d’Amore

MODULO TERAPEUTICO DI 3 GIORNI (8 sessioni individuali da 45 minuti ognuna)

1° GIORNO :

  • Una Sessione iniziale dove si esporrà la problematica.
  • Una  Sessione incentrata sulla storia familiare.
  • Una Sessione incentrata sulle relazioni passate.

Al termine della sessione del primo giorno verrà proposta una passeggiata da effettuare individualmente in un bellissino scenario paesaggisitico, utile a stemperare tensioni interne.

2° GIORNO

  • Una sessione sulla somministrazione e discussione di un test psicologico scelto dal terapeuta sulla base di quanto emerso nelle sessioni del primo giorno.
  • Una sessione sulla somministrazione e discussione di un test sull’individuazione delle dinamiche affettive e relazionali.

Al termine della sessione del secondo giorno verrà proposta un’altra passeggiata da effettuare individualmente in un bellissino scenario paesaggisitico, utile sempre a stemperare tensioni interne.

3° GIORNO

  • Una sessione sulle criticità individuali e relazionali emerse dalla storia familiare e relazionale, oltre che dai test.
  • Una sessione sulle possibili strategie da mettere in atto per il superamento delle criticità individuali e relazionali emerse nelle sessioni precedenti
  • Una Sessione finale  che riassumerà il lavoro terapeutico effettuato con indicazioni sul come proseguire in futuro e nella quotidianeità

Costo totale euro 400

Ci sarà sempre la possibilità, li dove richiesto, di un successivo follow-up o di ulteriori sedute  da effettuare o sempre a Vietri sul Mare o negli Studi di Milano, Roma e Napoli o tramite Skype o videochiamate

MODULO TERAPEUTICO DI UN SOLO GIORNO/MAX DUE (4 sessioni  di 45 minuti ognuna)

  • Una Sessione iniziale dove si esporrà la problematica.
  • Una  Sessione incentrata sulla storia familiare  e relazionale passata.
  • Una sessione sulle criticità individuali e relazionali emerse dalla storia familiare e relazionale.
  • Una sessione sulle possibili strategie da mettere in atto per il superamento delle criticità individuali e relazionali emerse nelle sessioni precedenti

Al termine delle 4 sessioni  verrà proposta una passeggiata da effettuare individualmente in un bellissino scenario paesaggisitico, utile a stemperare tensioni interne.

In questo secondo modulo le sessioni totali sono 4 per un costo totale di 240 euro

Anche in questo caso ci sarà sempre la possibilità, li dove richiesto e/o necessario, di un successivo follow-up o di ulteriori sedute  da effettuare o sempre a Vietri sul Mare o negli Studi di Milano, Roma e Napoli o tramite Skype o videochiamate

In entrambi i moduli, si verrà omaggiati di un oggetto in pregevole ceramica vietrese e del libro  del dottor Cavaliere “Se non mi amo, non ti amo”

E’ sempre possibile concordare modalità diverse come tempi e sedute della propria terapia. Si può effettuare la terapia anche durante la settimana e le festività,  previo accordo.

Possibilià di alloggiare in casa-vacanze (bilocale) convenzionata a 150 euro per due notti e tre giorni o in altre strutture a proprio piacimento.

Possibilità di TERAPIA DI COPPIA IN COSTIERA AMALFITANA (clicca qui)

PER INFO E CONTATTI : tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

Dott. Roberto Cavaliere (clicca sul nome per curriculum professionale)

Psicologo, Psicoterapeuta  Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

PANORAMICA DI VIETRI SUL MARE

Dott.ssa Roberta Maggioli

Iscritta alla facoltà di Psicologia clinica e di comunità, presso l’Università degli Studi di Bologna, dove mi sono laureata nel febbraio del 2003 con votazione di 110/110.

Dal 2005 sono iscritta all’Albo degli psicologi dell’Emilia Romagna con il n.4006 e sempre dallo stesso anno sono socia straordinaria AIAMC (associazione italiana di analisi e modificazione del comportamento e terapia cognitiva e comportamentale), n. 2136.

Durante gli anni universitari, parallelamente al corso di laurea, ho frequentato il corso biennale intensivo di formazione e specializzazione sul reattivo psicodiagnostico di  Rorschach e il corso biennale integrativo di formazione all’uso clinico di una batteria di test  (MMPI-II, WAIS, Millon-III, Test di Wartegg, test di disegno della figura umana e della famiglia, MMSE, MODA, ADAS), entrambi presso l’istituto italiano di ricerca psicodiagnostica “Scuola Romana Rorschach”.

Al termine degli stessi, ho frequentato il corso di formazione e specializzazione all’uso clinico della Diagnostica-Luscher c/o Centro Italiano per la Diagnostica Luscher, di Roma.

Subito dopo la laurea ho svolto il tirocinio presso il centro di psicologia clinica e psicoterapia Casa di cura “Malatesta Novello” di Cesena e ho prestato servizio per un anno presso il centro di salute mentale del distretto di Rimini, come psicologa volontaria. Per integrare ulteriormente la mia formazione ho effettuato una analisi personale certificata, con analista ordinario LIRPA

Nel 2006, presso Volontarimini, ho lavorato come coordinatrice del progetto “Inclusione Sociale” e ho tenuto un corso di tecniche di comunicazione per aspiranti volontari.

Sempre in quel periodo ho frequentato per 4 anni la scuola di psicoterapia cognitiva comportamentale ITC di Padova con relativi tirocini.

Da allora, ho svolto vari corsi di aggiornamento inerenti alle tematiche che più mi hanno più appassionato, in primis quelle affettive ma anche il corso “stress e tecniche antistress”, “la dipendenza da internet: i comportamenti a rischio e le potenzialità psicopatologiche proprie della Rete”, “il trattamento cognitivo e comportamentale dell’insonnia”, “il ruolo dello psicologo in ostetricia e ginecologia”, etc..

Da marzo 2005 sono libera professionista. Svolgo consulenze e sostegno psicologico, inerenti a  problematiche affettive e relazionali anche virtuali, ginecologiche tra cui l’endometrosi, disturbi del sonno (in passato effettuate anche presso il Poliambulatorio Nuova Ricerca di Rimini) e gestione dello stress, anche attraverso l’utilizzo di tecniche corporee quali  il training autogeno e il rilassamento muscolare. Mi avvalgo del supporto testistico quale mezzo irrinunciabile del mio lavoro.

Nel 2018 sono stata organizzatrice di una serie di incontri sulla dipendenza affettiva presso l’hotel Aragosta di Cattolica e coordinatrice del seminario condotto dal Dr. Roberto Cavaliere.

Sono autrice del capitolo “Ghosting e altri strani fenomeni” nel libro “Amori 4.0 (viaggio nel mondo delle relazioni)” curato dalla D.ssa Amalia Prunotto e dell’intervista “come sopravvivere al fenomeno del ghosting” sul sito di Elle, www.letteradonna.it.

Dal 2020, sono referente del Centro Riviera Adriatica presso l’hotel Aragosta di Cattolica, centro studio del Polo Nazionale “Psiche e Amore”, fondato e diretto dal Dr. Roberto Cavaliere.

Ricevo su appuntamento a Rimini, in V. Dario Campana 14, dal lunedì al sabato.

Per contattarmi telefonare al 335-5334721 o scrivere una mail a maggiolir@libero.it o maggioli.roberta72@gmail.com

La Favola di Amore & Psiche

Il nome Psiche&Amore del Polo Nazionale dei Centri-Studio sulla Psicologia dell’Amore e delle Relazioni è l’inversione del titolo della favola di Apuleio “Amore e Psiche”. Quella tra Amore e Psiche è una delle leggende d’amore più belle di sempre e simboleggia l’eterna battaglia tra razionalità e passione, tra cuore e mente. I due termini Amore e Psiche vengono invertiti in Psiche e Amore a sottolineare la centratura sugli aspetti psicologici dell’Amore.

La favola

Psiche era una bellissima ragazza, la sua grazia e il suo splendore erano tali da attirare le invidie di Venere (Dea della bellezza) che, per vendicarsi, decise di chiedere aiuto a suo figlio Amore (Cupido). L’invidiosa dea chiese a suo figlio di colpire Psiche con una delle sue infallibili frecce e di farla innamorare dell’uomo più brutto della terra. Amore accettò ma, una volta arrivato di fronte alla fanciulla, rimase così incantato dalla sua bellezza da distrarsi al punto che una delle sue frecce lo colpì, facendolo innamorare perdutamente della splendida fanciulla.

Per vivere il suo amore “mortale” il Dio, di nascosto dalla madre, portò Psiche nel suo palazzo senza rivelarle la sua identità. Ogni sera, al calar del sole, Amore andava dalla fanciulla e, senza mai mostrarle il volto, i due vivevano intensi momenti di passione. La giovane principessa aveva accettato il compromesso ma, si sa, la curiosità è donna e una notte, mentre Amore dormiva, Psiche si avvicinò al suo volto con una lampada restando folgorata dalla bellezza del suo amante. Mentre ammirava il profilo di Amore, però, una goccia d’olio della lampada cadde accidentalmente sul giovane che, risvegliatosi, scappò via abbandonando la fanciulla.

Quando Venere venne a sapere dell’accaduto scatenò la sua ira su Psiche che, per punizione, venne sottoposta dalla Dea a difficili prove. La principessa superò brillantemente le prove, anche grazie all’aiuto di vari esseri divini, e questo fece ancora più infuriare Venere che le pose un’ultima prova: discendere negli inferi e chiedere alla dea Prosepina un po’ della sua bellezza. Come ordinatole dalla Dea, Psiche si recò negli inferi ma, stavolta, fallì. Nonostante le fosse stato ordinato di non aprire l’ampolla donatale da Prosepina la fanciulla, incuriosita, aprì il l’ampolla dalla quale uscì una nuvola che fece cadere Psiche in un sonno profondissimo. Intanto Amore, preso dalla nostalgia, andò alla ricerca della sua amata e, quando la trovò, la risvegliò. Per non rischiare di perderla di nuovo Amore condusse Psiche sull’Olimpo dove, grazie all’appoggio e all’aiuto di Giove, la giovane principessa, dopo aver bevuto dell’ambrosia, divenne una dea. La leggenda si conclude con il matrimonio dei due innamorati e la nascita di una bellissima bambina che prese il nome di Voluttà.

Dipendenza Affettiva

“Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un’infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.

Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo.

Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.” (Robin Norwood)


La problematica della dipendenza affettiva è recente: nasce sull’onda del successo, negli anni ’70,di un libro della psicologa americana Robin Norwood “Donne che amano troppo”. Tracce di tale tipo di dipendenza si possono rinvenire anche prima, ad opera di altri studiosi. Lo psicanalista Fenichel nel 1945 nel libro Trattato di psicanalisi delle nevrosi e psicosi introduceva il termine amoredipendenti ad indicare persone che necessitano dell’amore come altri necessitano del cibo o della droga.

Nella dipendenza affettiva, l’amore verso l’altro presenta diverse caratteristiche delle dipendenze in generale, pur presentando, rispetto a quest’ultime una differenza sostanziale: essa si sviluppa nei confronti di una persona e ciò la rende più difficile da riconoscere e da contrastare.

Una premessa è d’obbligo: è normale che in una relazione, in particolare durante la fase dell’innamoramento, ci sia un certo grado di dipendenza, il desiderio di “fondersi coll’altro”, ma questo desiderio “fusionale” collo stabilizzarsi della relazione tende a scemare. Nella dipendenza affettiva, invece, il desiderio fusionale perdura inalterato nel tempo ed anzi ci si tende a “fondersi nell’altro”.

Il dipendente dedica completamente tutto sé stesso all’altro, al fine di perseguire esclusivamente il suo benessere e non anche il proprio, come dovrebbe essere in una relazione “sana”. I dipendenti affettivi, solitamente donne, nell’amore vedono la risoluzione dei propri problemi, che spesso hanno origini profonde quali “vuoti affettivi” dell’infanzia. Il partner assume il ruolo di un salvatore , egli diventa lo scopo della loro esistenza, la sua assenza anche temporanea da la sensazione al soggetto di non esistere (DuPont, 1998). Chi è affetto da dipendenza affettiva non riesce a cogliere ed a beneficiare dell’amore nella sua profondità ed intimità. A causa della paura dell’abbandono, della separazione, della solitudine, si tende a negare i propri desideri e bisogni, ci si “maschera” replicando antichi copioni passati, gli stessi che hanno ostacolato la propria crescita personale.

Proprio per questi motivi spesso questo tipo di personalità dipendente si sceglie partner “problematici”, portatori a loro volta di altri tipi di dipendenza (droghe, alcol, gioco d’azzardo, ecc…). Ciò sempre al fine di negare i propri bisogni, perchè l’altro ha bisogno di essere aiutato. Ma è un aiuto “malato” in cui si diventa “codipendenti”, anzi si rafforza la dipendenza dell’altro, perchè possa essere sempre “nostro”. In questi casi la persona non è assolutamente in grado di uscire da una relazione che egli stesso ammette essere senza speranza, insoddisfacente, umiliante e spesso autodistruttiva. Inoltre sviluppa una vera e propria sintomatologia come ansia generalizzata, depressione, insonnia, inappetenza, malinconia, idee ossessive. Quasi sempre c’e incompatibilità d’anima, mancanza di rispetto, progetti di vita diversi se non opposti, bisogni e desideri che non possono essere condivisi, oltre ad essere poco presenti momenti di unione profonda e di soddisfazione reciproca.

Chi è affetto da tale tipo di dipendenza s’identifica con la persona amata. La caratteristica che accomuna tutti i rapporti dei dipendenti da amore è la paura di cambiare. Pieni di timore per ogni cambiamento, essi impediscono lo sviluppo delle capacità individuali e soffocano ogni desiderio e ogni interesse.I dipendenti affettivi sono ossessionati da bisogni irrealizzabili e da aspettative non realistiche. Ritengono che occupandosi sempre dell’altro la loro relazione diventi stabile e durataura. Ma, immancabilmente, le situazioni di delusione e risentimento che si possono verificare li precipitano nella paura che il rapporto non possa essere stabile e duraturo, ed il circolo vizioso riparte, a volte addirittura “amplificato”. Non ci si rende conto che l’amore richiede onesta e integrità personale perché l’amore è un accrescimento reciproco, uno scambio reciproco tra persone che si amano.Gli affetti che comportano paura e dipendenza, tipici della dipendenza affettiva, sono invece destinati a distruggere l’amore. Chi soffre di tale dipendenza è così attento a non ferire l’altro, da non rendersi conto che in questo modo finisce col ferire gravemente sé stesso.

Spesso, anche se non sempre e necessariamente, la persona amata è irraggiungibile per colui o colei che ne dipende. Anzi, in questi casi si può affermare che la dipendenza si fonda sul rifiuto, anzi, se non ci fosse, paradossalmente, il presunto amore non durerebbe. Infatti la dipendenza si alimenta dal rifiuto, dalla negazione di se, dal dolore implicito nelle difficoltà e cresce in proporzione inversa alla loro irrisolvibilità. A questo riguardo Interessanti sono anche le considerazioni della psichiatria Marta Selvini Palazzoli. A suo parere quello che incatena nella dipendenza affettiva è l‘Hybris, vale a dire la ingiustificata, assurda, sconsiderata presunzione di farcela. La presunzione di riuscire prima o poi a farsi amare da chi proprio non vuole saperne di amarci o di amarci nel modo in cui noi pretendiamo

Il già citato psicanalista Fenichel è del parere che gli amoredipendenti necessitano enormemente di essere amati nonostante abbiano scarse capicità di amare. Essi elemosinano continuamente dal partner maggior amore ottenendo, però il risultato opposto. Si legano a partner che considerano non adatti a loro, ma nonostante ciò li renda arrabbiati ed infelici non riescono a liberarsi di quest’ultimi.

La dipendenza affettiva colpisce, sopratutto il sesso femminile, in tutte le fascie d’età . Sono donne fragili che, alla continua ricerca di un amore che le gratifichi, si sentono inadeguate.Esse hanno difficoltà a prendere coscienza di loro stesse e del loro diritto al proprio benessere che non hanno ancora imparato che amarsi è non amare troppo, che amarsi è poter stare in una relazione senza dipendere e senza elemosinare attenzioni e continue richieste di conferme.

Attualmente, la dipendenza affettiva, non è stata classificata come patologia nei vari sistemi diagnostici psichiatrici, come il DSM IV e si cerca di farla rientrare nei vari disturbi contemplati in essi, anche se ricerche svolte in questo campo, come quelle di Giddens, la considerano come un disturbo autonomo. Secondo quest’ultimo la dipendenza presenta alcune specifiche caratteristiche: L’”ebbrezza” (il soggetto affettivamente dipendente prova una sensazione di ebbrezza dalla relazione dei partner, che gli è indispensabile per stare bene). La “dose” – il soggetto affettivamente cerca “dosi” sempre maggiori di presenza e di tempo da spendere insieme al partner. La sua mancanza lo getta in uno stato di prostrazione. Il soggetto esiste solo quando c’è l’altro e non basta il suo pensiero a rassicurarlo, ha bisogno di manifestazioni continue e concrete. L’aumento di questa “dose”non di rado esclude la coppia dal resto del mondo. Se la dipendenza è reciproca la coppia si alimenta di se stessa. L’altro è visto come un’ evasione, come l’unica forma di gratificazione della vita. Le normali attività quotidiane sono trascurate quotidianamente. L’unica cosa importante è il tempo trascorso con l’altro perché è la prova della propria esistenza, senza di lui non si esiste, diventa inimmaginabile pensare la propria vita senza l’altro. Tutto ciò rivela un basso grado di autostima, seguito da sentimenti di vergogna e di rimorso. In alcuni momenti si è “lucidi” su questo tipo di relazione con l’altro, s’intuisce che la dipendenza è dannosa ed è necessario farne a meno. Ma subentra la considerazione di essere dipendenti e ciò rafforza il basso livello d’autostima personale e quindi spinge ancora di più verso l’altro che accoglie e perdona, ben felice, talvolta, di possedere. Quindi ogni tentativo di riscatto dalla propria dipendenza muore sul nascere.

A queste caratteristiche comune a tutte le dipendenze, elaborate da Giddens, nè aggiungerei, un’altra, non presente nelle altre dipendenze: la PAURA. Paura ossessiva e fobica di perdere la persona amata, che s’alimenta a dismisura ad ogni piccolo segnale negativo che si percepisce. A volte basta rimanere inaspettatamente soli o non ricevere una telefonata per avere paura di un’abbandono definitivo.

Inoltre nel soggetto affetto da tale tipo di dipendenza è possibile rintracciare una sorta di ambivalenza affettiva che è riassumibile nella massima del poeta latino Ovidio: “Non posso stare nè con tè, nè senza di tè”. “Non posso stare con tè” per il dolore che si prova in seguito alle umiliazioni, maltrattamenti, tradimenti e quant’altro si subisce. “Non posso stare senza di tè” perchè è indicibile la paura e l’angoscia che si prova al solo pensiero di perdere la persona amata.

Riepilogando i sintomi della dipendenza affettiva sono (l’elenco è lungi dall’essere esaustivo):

  • Ossessione dell’altro
  • Paura di perdere l’amore
  • Paura dell’abbandono, della separazione
  • Paura della solitudine e della distanza
  • Paura di mostrarsi per quello che si è
  • Senso di colpa
  • Senso d’inferiorità nei confronti del partner
  • Rancore e Rabbia
  • Coinvolgimento totale e vita sociale limitata
  • Gelosia e possessività

Concluderei con una considerazione:

Un’amore autentico nasce dall’incontro fra due unità e non due metà

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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Invito a visionare il film “Adele H” la storia della prima dipendente affettiva