LE BASI NEURALI DELL’AMORE ROMANTICO

I correlati neurali di molti stati emozionali sono stati precedentemente studiati, anche grazie all’uso dell’ fMRI. Nonostante questo, nessuno aveva mai studiato il substrato neurale di uno dei più travolgenti degli stati affettivi, l’amore romantico. Bartels A. e Zeki S., del dipartimento di neurologia cognitiva, university college london, hanno studiato per la prima volta questo tipo di sensazione. È stata misurata l’attività cerebrale, mediante fMRI, in 17 soggetti che erano profondamente innamorati mentre vedevano immagini del proprio partner, comparata con l’attività prodotta vedendo immagini di tre amici di simile età, sesso e durata dell’amicizia/fidanzamento. È stata osservata attivazione bilaterale nell’insula mediale, nella corteccia cingolata anteriore e, a livello sottocorticale, nel nucleo caudato e putamen. Deattivazioni sono state osservate bilateralmente nel giro cingolato posteriore e nell’amigdala, e nella corteccia prefrontale, parietale e medio temporale dell’emisfero destro. La combinazione di queste zone differisce da quelle studiate precedentemente, suggerendo che esiste un network di attivazioni unico per l’amore romantico. Questo ci fa ipotizzare che il principio della specializzazione funzionale nel cervello si applica anche agli stati affettivi. Per quanto riguarda il significato delle aree attive vanno condotti maggiori studi per capire meglio come vanno ad agire tra di loro, anche se comunque tutte le aree cerebrali attive fanno parte di un circuito che comprende attivazioni emozionali.

Infine, molto interessante è come le attivazioni ed in particolari le deattivazioni osservate in questo studio sono localizzate in aree molto vicine al circuito dopaminergico attivo per esempio durante l’assunzione di dopamina e prettamente collegato allo stato euforico. Questo suggerisce un potenziale collegamento, a livello cerebrale, tra l’amore romantico e lo stato euforico.

FONTE ORIGINALE https://faculty.uca.edu/rnovy/neural%20basis%20of%20love.htm

Sintesi e traduzione della ricerca a cura del Dottor Leandro Cavaliere, laureato in Neuroscienze presso l’Università degli Studi di Padova. Per info e contatti leandro.cavaliere1@gmail.com tel-3341652502

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