In Amore fermati con chi ti vuole Sfogliare e non Spogliare

“- E allora vai

– Avrò paura?

– Sì

– Poca o tanta?

– Tantissima

– A destra o a sinistra?

– Se puoi non schierarti mai, resta al centro. Del tuo cuore.

– E se arriva il lupo?

– Il lupo arriva, ma anche il gatto, il cane, l’orso, le acciughe, il vento, il sole, la neve. Amore mio, arriverà tutto, non posso ometterti niente.

– E se mi perdo?

– Che ti perdi non è un forse, ma una certezza; quindi quando ti perdi chiedi informazioni

– A chi?

– Ecco, a chi. Se dovesse succedere prima di aver imparato a riconoscere tutte le erbe spontanee, i fiori e gli alberi, aspetta, non chiedere a nessuno, chè poi può succedere che scambi ciliege per bacche velenose. Aspetta, impara i prati i boschi e soprattutto i venti, poi, se ancora sarai perduta, saprai da sola a chi rivolgerti

– Ma il tempo è contato

– No, il tempo è contatto, è toccare tutto, provarci almeno, tutte le parti

– Mi risolverò?

– Non sei un rebus, sei un puzzle senza pezzi mancanti. Imparerai a metterli insieme, dal verso e con lo sguardo giusto

– Promettimelo

– Di più, te lo giuro

– Incontrerò l’amore?

– Te lo auguro, ma attenta a chi ti vuole spogliare, fermati piuttosto da chi ti vuole sfogliare. Chè l’amore, per me, assomiglia molto a qualcuno che ti tiene la fronte mentre tu, vomiti i giorni più duri.

– Allora vado?

– Allora vai.”

Francesca Pachetti – da “La Raccontadina”

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private (anche telefoniche e/o via Skype)tel.320-8573502 o email:cavaliere@iltuopsicologo.it

La Concezione Psicoanalitica dell’Amore

Ho esteso le scoperte di Freud anche in un’altra direzione. L’amore serve non solo a riscoprire l’oggetto originario ma anche a compensarci per ciò che non abbiamo avuto nell’infanzia, a rimediare alle molte manchevolezze e crudeltà che genitori sadici o sbadati ci hanno inflitte da bambini. Al nostro partner in amore, tutti, consciamente o inconsciamente, chiediamo anche di guarire le nostre ferite. Questa è un’altra ragione per cui il terapeuta è così spesso considerato un amante. Talvolta il desiderio che le ferite infantili siano curate dall’amore si manifesta alla rovescia: chi ama vuole guarire il proprio partner. Molti amanti restano delusi dal fatto che ciò possa avvenire solo in maniera limitata. Quanto sto dicendo sull’amore vale anche per l’amore di transfert. Persino lo psicoanalista, che pur rappresenta il passato molto più degli amanti della vita reale, è amato perchè viene visto come un guaritore delle antiche ferite.

La dialettica dell’amore si può interpretare come tensione tra questi due gruppi di desideri: il primo spinge nella direzione della riscoperta, in modo che il nuovo oggetto d’amore sia il più possibile uguale alle immagini parentali originarie, il secondo si oppone a questo processo e cerca una persona in grado di guarire le ferite inferte dai principali oggetti d’amore dell’infanzia. Quando l’individuo trova un buon equilibrio tra questi desideri contradditori, l’amore felice diventa possibile. Spesso, però, il conflitto resta irrisolto, e l’individuo deve ricorrere a diverse formazioni di compromesso.

M.S.Bergmann – Anatomia dell’amore – Einaudi Editore

Freud ritiene che gli oggetti d’amore originari siano due:

  • se stesso
  • la figura materna

Per Freud il primo oggetto d’amore di ogni persona è se stesso, la propria persona, in quanto nella fase iniziale della vita si vivono le sensazioni e le percezioni come provenienti da se stesso e conseguentemente ci si investe narcisisticamente sulla propria persona. In un secondo momento la madre (o chi la sostituisce) diventa oggetto d’amore perché è la persona che nutre e quindi viene riconosciuta come fonte del piacere e della vita.

Analizziamoli, adesso, singolarmente

  • Quel che egli stesso è (cioè se stesso). In questo caso l’oggetto d’amore è il proprio corpo, come nel mito di Narciso. Proprio il narcisismo parte dall’amore per il proprio corpo individuato come unica fonte di piacere non solo per le emozioni e le sensazioni provenienti dal proprio corpo ma anche per quelle proveniente da altre persone. Questo atteggiamento portato all’estremo sconfina, appunto, nel narcisismo.
  • Quel che egli stesso era. Questa scelta d’amore fa riferimento alla rappresentazione che i genitori hanno del proprio figlio. Una idealizzazione in tutti i campi del bambino attesta il riscatto, attraverso quest’ultimo, di tutte le rinunce che hanno dovuto subire i genitori.
  • Quel che egli stesso vorrebbe essere. Questa potrebbe rappresentare la modalità d’amore più “sana”, in quanto oggetto d’amore diventa il partner. Freud afferma: “viene amato l’oggetto che possiede le prerogative che mancano all’Io per raggiungere il suo ideale”.
  • La persona che fu una parte del proprio sé. In questa scelta d’amore viene nuovamente “scelto” il figlio, nell’accezione però di “colui che è stato parte del corpo della donna”. E’ una scelta al “femminile” in quanto, per Freud, soltanto la donna è incapace della scelta oggettuale, cioè di un “altro diverso da se” come oggetto d’amore. Solo la nascita di un figlio, permette alla donna di non scegliere se stessa come oggetto d’amore ma un altro che comunque è parte del proprio se, in quanto proviene dal proprio corpo
  • Le figure d’appoggio: la donna nutrice, l’uomo protettivo, la serie delle persone che fanno le veci di queste,

rappresentano gli oggetti d’amore sui quali l’infante, dopo il periodo di narcisismo primario, appoggia la libido che “Chiamiamo così – considerandola una grandezza quantitativa, anche se per ora non misurabile – l’energia delle pulsioni attinenti a tutto ciò che può essere compendiato nella parola “amore” (Freud, 1921a, p.280)

Dott. Roberto Cavaliere

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Riflessioni diLacan sull’Amore e sulle Relazioni

Amore è donare quello che si ha a qualcuno che non lo vuole.

[…] un amore assoluto, cioè impossibile.

Il godimento dell’Altro, del corpo dell’Altro che lo simbolizza, non è il segno dell’amore.

Di che si tratta nell’amore? L’amore è forse […] far uno?

[…] che non c’è una teoria dell’amore che sia fondabile, dotata di senso, che abbia una coerenza logica, che non si fondi, questa teoria dell’amore, sull’amore di sé, cioè su ciò che in genere si chiama l’egoismo.

Ciò di cui l’amore fa il suo oggetto è ciò che manca nel reale; ciò a cui il desiderio si arresta, è il sipario dietro cui questa mancanza è figurata dal reale.

L’amore, se c’è in esso la metafora di qualcosa, si tratta di sapere proprio a che si riferisce. Esso non si riferisce ad altro che all’evento, cioè a quelle cose che capitano, diciamo, quando un uomo incontra una donna. Dico “un uomo incontra una donna” perché sono modesto, perché non pretendo di arrivare a parlare di ciò che capita quando una donna incontra un uomo. La mia esperienza ha dei limiti! […] L’amore, dunque, è questo, l’avere fatto un pezzo di strada in comune?

L’amore è due semi-dire (mi-dire) che non si ricoprono.

La volta scorsa, per dare la sua vera luce a ciò che definisco come la posizione del “non so” in quanto correlativa della funzione dell’inconscio, ho articolato quasi di passaggio qualcosa come la formula della verità di ciò che l’amore mi permette di enunciare, e cioè “se tu non sei, io muoio”, che io traduco “tu non sei nient’altro che ciò che io sono”.

Ciò che caratterizza l’amante è ciò che gli manca ed egli non sa cosa gli manca.L’amata, cioè l’oggetto di amore, non sa nulla di ciò che ha, di ciò che nasconde, di ciò che costituisce  la sua attrattiva. Tra questi due termini nessuna coincidenza . Ciò che manca ad uno non è ciò che è nascosto nell’altra.

Dott. Roberto Cavaliere

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ABBI CURA DI ME

In questa bellissima Canzone di Simone Cristicchi è rappresentata in maniera significativa che cosa vuol dire prendersi cura della persona amata. Il testo della canzone si commenta da solo

Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
È la scintilla divina che custodisci nel cuore
Tu non cercare la felicità semmai proteggila
È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima
È una manciata di semi che lasci alle spalle
Come crisalidi che diventeranno farfalle

Ognuno combatte la propria battaglia
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore
Abbi cura di me
Abbi cura di me

Che tutto è così fragile
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte e non lasciarmi andare
Abbi cura di me

Simone Cristicchi

Dott. Roberto Cavaliere

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Nelle Relazioni sii Pietra dura

FIGLIA MIA, SII PIETRA DURA
per chi vuole scalfire il tuo mondo
e modellarti come meglio crede.

Sii roccia impervia
per gli amori malati,
che vogliono domarti
e pretendono di tenerti a bada
e vorrebbero isolarti dal mondo intero,
per averti tutta per loro.

Non mendicare amore,
per paura della solitudine.
Fai della mancanza un’occasione per diventare tormenta.
Scagliati come un’onda d’urto
che si oppone agli abbandoni,
alla sofferenza, al dolore.
Sii più forte di loro.
Falli tremare.

Impara a costruire muri,
vette invalicabili,
per chi ti manca di rispetto
per chi osa con la violenza , quella dei gesti
o delle parole.

Fatti caverna inaccessibile
in cui nascondere il tuo cuore di perla
dalle false persone.
Da chi ti mette da parte,
quando pensa che ci sia di meglio.
Da chi fa finta di non vederti,
perchè non servi più.
Da chi non trova il tempo,
quando tutto ciò di cui hai bisogno è presenza.

Sii superficie marmorea, lucente,
per farti scivolare addosso gli insulti, le umiliazioni.
Di chi vuole impedirti di crescere, di essere migliore.

Non accettare mai compromessi.
Pretendi attenzione,
con gli amici, con un compagno,
fatti scaltra come le facce delle montagne rivolte al sole.

Non lasciare che ti sgretolino le critiche.
Fatti tu sabbia,
scivola tra le loro mani,
perché sappiano che un animo pulito
non si può chiudere in un pugno di parole.

Ma quando incontrerai chi di te ha rispetto,
fatti incavo in cui accogliere le carezze,
rigagnolo in cui far scorrere l’incanto.

Fa che le tue crepe
siano impenetrabili all’odio e al rimpianto,
che li attraversi solo l’acqua che lava, che porta via.

Figlia mia, fatti cristallo,
quando incontri l’amicizia e l’amore, quelli veri,
e come un caleidoscopio
che riflette infinite combinazioni di colore,
moltiplica in mille facce la gioia e la passione.

E quando avrai bisogno di coltivare sogni,
perché il presente non ti basta e vuoi volare,
fatti polvere di stelle.

Per me, continuerai ad essere così,
gemma preziosa,
ed io, ad ogni risveglio,
i tuoi sogni li vorrò abbracciare.

Felicia Lione – dal libro “Figlia mia, sii pietra dura”

Questa bellissima e significativa poesia di Felicia Leone può essere usata come autoterapia personale nelle relazioni affettive e sentimentali.

Infatti non va letta solo come poesia che una madre indirizza ad una figlia, ma assume anche una lettura autopersonale indirizzata alla bambina interiore che è dentro ogni persona.

E’ l’adulto di oggi che parla al bambino di ieri al fine di “curare e riparare” copioni affettivi passati disfunzionali nelle relazioni adulte.

Dott. Roberto Cavaliere

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Che Tipo di Persona ti è accanto ?

Ci sono persone a cui sei accanto ma che ti vivono come parte della loro vita. Tu rimani li anche se non ci sei e ti cercano, in maniera semplice ma concreta, non per possesso ma perché le completi, ne hanno piacere…sentono che sei unico, che sei importante, e sanno che le senti anche tu come tali. Nelle difficoltà e nei dubbi, nei momenti di gioia e nel buio. Senza proclami di eternità, senza clamori o esibizione…anche senza i “ti amo”…perché te lo leggono negli occhi.

Poi ci sono persone a cui sei accanto allo stesso modo. Ma sei come un temporale estivo. Rinfrescante, tonificante…hanno piacere di bagnarsi in quel mare d’amore, lo cercano col viso, col corpo, col brivido dell’emozione. Ma riempiono solo un vuoto. Lo gridano, lo mostrano, lo scrivono…ma le gocce poi si asciugano…l’acqua scorre…e si scaldano di nuovo in altre forme, in altri modi, con altra pelle. In attesa della prossima stagione, della prossima pioggia. E non importa se quelle gocce sono vite….gli basta solo placare la sete che hanno dentro.

(Riflessioni pervenute da un seguace della pagina fb del Dottor Roberto Cavaliere )

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Il Test dei Colori delle Relazioni

Associa ognuno dei seguenti colori ad una persona che fa parte della tua vita:
GIALLO
ARANCIONE
ROSSO
BIANCO
VERDE

RISULTATI: Ogni colore indica ciò che quella persona rappresenta per te
GIALLO: è una persona che ha segnato molto la tua vita
ARANCIONE: è un vero amico, una persona di fiducia
ROSSO: è una persona che desideri o ammiri
BIANCO: è la tua anima gemella o qualcuno con cui ti identifichi
VERDE: è una persona che ti dona molta energia o che ti calma quando ne hai bisogno

Il test è un personale riadattamento del test tibetano della personalità ed ha un valore puramente indicativo. Viene proposto come spunto di riflessione sulle relazioni personali.

Dott. Roberto Cavaliere

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L’Amore e le Relazioni mutano in una forma diversa rispetto a quella iniziale

Un anno prima della sua morte, lo scrittore F. Kafka visse un’esperienza insolita. Passeggiando per il parco Steglitz a Berlino incontrò una bambina, che piangeva sconsolata: aveva perduto la sua bambola. Kafka si offrì di aiutarla a cercarla e le diede appuntamento per il giorno seguente nello stesso posto.
Incapace di trovare la bambola, scrisse una lettera – da parte della bambola – e la portò con sé quando si rincontrarono. “Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure…”, così cominciava la lettera.
Quando lui e la bambina s’incontrarono egli le lesse questa lettera attentamente descrittiva di avventure immaginarie della bambola amata. La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine, Kafka le regalò una bambola. Ella ovviamente era diversa dalla bambola originale, in un biglietto accluso spiegò… “i miei viaggi mi hanno cambiata”.
Molti anni più avanti la ragazza cresciuta, trovò un biglietto nascosto dentro la sua bambola ricevuta in dono. Riassumendolo diceva: ogni cosa che tu ami è molto probabile che tu la perderai, però alla fine l’amore muterà in una forma diversa.

Da “Kafka e la bambola viaggiatrice”, di Jordi Sierra i Fabra.

In questo significativo brano è sintetizzato un aspetto importante di ogni relazione: esse tendono a mutare col tempo. Una relazione passionale, ad esempio, muterà in una relazione d’amore e progettuale.

Potrebbe sembrare un concetto evidente e scontato , ma non lo è. Molto spesso si ritiene che se l’amore e/ o la relazione muta rispetto all’inizio significa che sia finita. Ma come abbiamo visto non è vero ciò.

Potremmo riassumere: Tutto le relazioni che durano lo devono al fatto che riescono a mutare ed a trovare nuovi equilibri.

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La Giusta Distanza nelle Relazioni

“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.”
A. Schopenhauer

Prendendo in prestito la metafora dei Porcospini del filosofo Schopenauer possiamo delineare la giusta distanza nelle relazioni

Giusta distanza che non deve trovare il punto di equilibrio tra distanza e vicinanza.

Giusta distanza che deve tenere conto sia delle caratteristiche individuali dei singoli membri della coppia che delle caratteristiche della relazione stessa.

Giusta distanza che può cambiare nel tempo e nello spazio e che segue il ciclo di vita della coppia e dei singoli.

Giusta distanza, quindi, che è variabile e da trovare in continuazione.

Provate a trovare la vostra giusta ditanza nella vostra relazione.

Dott. Roberto Cavaliere

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L’Intimità nelle Relazioni

Per descrivere l’intimità, ci rifacciamo alla concezione che ne ha  Sternberg (professore di Psicologia a Yale).

Per questo studioso l’intimità comprende almeno dieci elementi:

1. Il desiderio di alimentare il benessere della persona amata
2. Sentirsi felici con la persona amata
3. Tenere in alta considerazione il partner
4. Essere capaci di far affidamento sulla persona amata in tempi di necessità
5. Avere una comprensione reciproca con la persona amata
6. Condividere se stessi e i propri averi con la persona amata
7. Ricevere supporto emozionale dalla persona amata
8. Dare supporto emozionale alla persona amata
9. Comunicare intimamente con la persona amata
10. Valorizzare la persona amata

Alla luce dei punti suinidicati potrebbe essere utile effettuare un breve test, individualmente o in coppia, per osservare quanti di questi punti sono presenti nella propria relazione.

“L’intimità nasce con l’autorivelazione. Se si vuole arrivare a conoscere meglio qualcuno, è opportuno fargli conoscere qualcosa di se stessi” (Sternberg, 1999)

Dott. Roberto Cavaliere

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